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La creatività ai tempi del Covid-19

Per un'azienda come quella per cui lavoro, nel settore della pubblicità e che richiede creatività e continua ricerca di prodotti nuovi ed innovativi che non cadano facilmente nel dimenticatoio, fermarsi è davvero un duro colpo.

Non solo economicamente, ma anche da un punto di vista manageriale.

Il tempo che pensavamo di non avere, ad un tratto risulta anche troppo; il lavoro che pensavamo ci togliesse la libertà di avere più tempo per gli affetti, improvvisamente ci manca; le persone a cui vogliamo bene e vorremmo incontrare adesso non possiamo raggiungerle.

Una rivoluzione, vera e propria che ha coinvolto tutti, aziende grandi e piccole.

E in questo contesto, noi che regaliamo emozioni in forma cartacea e digitale (inviti, backdrop, accessori per qualsiasi tipo eventi) ci siamo ritrovati ad uno stop forzato perché questa pandemia mondiale ha imposto a tutti, giustamente, di stare a casa e fermare i processi produttivi non necessari.

In questo lasso di tempo, abbiamo dovuto riorganizzare la strategia di comunicazione della nostra azienda. Abbiamo iniziato ad "incontrarci" con il team attraverso videochiamate, chat e creato un gruppo di lavoro che, nonostante il momento difficile, si é rivelato ancora più coeso di prima.



I contatti con i nostri clienti e sposi in questo modo non si sono fermati e, paradossalmente, ci hanno fatto sentire più vicini a loro perché oltre al solito ordine, le domande e risposte durante la conversazione erano incentrate su come andassero le giornate, sulla situazione del Coronavirus nelle rispettive zone geografiche, su come non dovessimo preoccuparci perché sicuramente "andrà tutto bene" (chi non ha  scritto almeno una volta questo hashtag diventato ormai virale?).


Avete notato come in un momento di crisi mai vista prima d'ora, attraverso i canali offerti da internet (instagram, tiktok, facebook, youtube ecc) tutti nel loro piccolo si sono ingegnati, in qualsiasi campo, a lanciare messaggi positivi per sdrammatizzare in qualche modo questo lockdown mondiale?

Ciò che ci spinge é proprio la creatività e lo spirito innato dell'uomo di sopravvivenza, del volerci sentire vivi, nonostante tutto.


Nella nostra realtà aziendale, abbiamo sempre avuto una grande positività per il futuro, ma non sono certo mancate preoccupazioni e anche se facciamo parte di un contesto super creativo, ci sono stati momenti down. Nei primi tempi non siamo riusciti a pubblicare post sui nostri social: il nostro pensiero è rimasto sempre alla situazione delicata e di emergenza che il nostro Paese vive. Non siamo riusciti a far finta di niente pubblicando foto o argomenti superflui, anche per rispetto delle persone che non sono riuscite a sconfiggere questo nemico invisibile.


Proprio per questo avevamo il bisogno di condividere con i nostri followers un importante grazie. Un ringraziamento a chi sta lavorando per tutti noi e consente all'Italia ferma di continuare a vivere.

Chi ci segue da tempo, sa che periodicamente “giochiamo” graficamente o creiamo illustrazioni con il nostro logo, inserendolo in contesti o disegni legati ad uno stato d'animo,  particolare tema o momento storico.



Con uno dei nostri illustratori, Tommaso, abbiamo pensato parecchio a come poter dare vita a questi pensieri. Desideravo che in qualche modo fossero gli italiani e quindi l'Italia stessa a ringraziare le categorie lavorative. Solitamente scrivo in maniera breve e precisa il concept che vorrei arrivasse ai nostri clienti e followers:


- idea di base

- cosa dobbiamo rappresentare

- eventuali colori/pantoni di riferimento.


L'illustratore provvede ad eseguire qualche schizzo. Dall'idea é nata questa bozza:



Il primo disegno ci è sembrato interessante e dopo varie prove siamo passati alla colorazione, fino a questo risultato.





Non siamo riusciti a rappresentare tutte le categorie lavorative ma le abbiamo citate nel post pubblicato sui nostri social: dottori, infermieri, personale sanitario, farmacisti, addetti alle pulizie, camionisti, ricercatori, forze dell'ordine, personale dei supermercati, camionisti, corrieri, trasporti, panettieri, agricoltori, giornalisti, cameramen, chi consegna cibo a domicilio e tutti coloro che ci consentono di avere tutti i beni di prima necessità.

Nel nostro piccolo abbiamo desiderato omaggiare il nostro Paese, sperando che il sacrificio di questi mesi dia un minimo di normalità a tutti.


In questo periodo, mi viene spesso in mente una frase che ho letto sul web di Filippo Pergolizzi: “Cosa rende bello l'essere dei creativi? Semplicemente il fatto di poter camminare nei propri sogni. E non è che questo sia poco.”


L'articolo é stato scritto da Carmen Attisano © attisanografia


Cosa ne pensi?


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